Quattro pianisti e otto mani concorrono qui a un programma che inizia con il più irriverente poema sinfonico mai scritto, Till Eulenspiegel di Richard Strauss, il cui protagonista fa marameo anche alla Morte in persona, e prosegue con danze folkloriche, danze danzate, danze immaginarie e danze coreografate, tutte pagine assai note di Dvorák, Saint-Saëns, Ravel e Stravinskij. La morte fa di nuovo capolino nella Danse macabre e poi — in modo assai più sfuggente — nella pagina di Ravel. A ogni modo, tutto sfocia nel lieto fine della rinascita con L’uccello di fuoco.