La letteratura solistica per violoncello sembrerebbe cominciare dalle Suite di Bach. In realtà è il repertorio concertistico di oggi a iniziare da lì: i lavori di Bach sono il culmine di un lungo periodo di esperimenti — e di risultati — che attraversa buona parte del Seicento. Ad esempio Alessandro Scarlatti, più anziano di Bach di una generazione, ci ha lasciato tre Sonate con basso continuo che hanno un impianto generale simile alle pagine di Bach — ciascun movimento ha alla base un andamento di danza più o meno idealizzato — ma sono più melodiche, più cantabili, verrebbe da dire più operistiche. Ancora un poco precedente è il virtuoso Domenico Gabrielli: neanche i suoi brevi Ricercari per cello non accompagnato sono il punto di inizio — prima ancora si erano già scritte pagine simili in ambiente bolognese — ma essi bene rappresentano la fase pionieristica del genere, che ebbe luogo in gran parte proprio tra Bologna e Modena.