Questo concerto affianca due grandi pagine di Fauré per pianoforte e archi, separate tra loro da quarant’anni. Possiamo così mettere a confronto l’irresistibile slancio giovanile del Primo Quartetto op. 15, finito nel 1879, e la severa polifonia del Secondo Quintetto op. 115, iniziato nel 1919. A precedere l’una e l’altra vi sono due brani per violino e pianoforte, il delicato Nocturne di Reynaldo Hahn e il più ampio Poème élégiaque di Eugène Ysaÿe, dedicato a Fauré, di cui richiama un poco le armonie divaganti.