Ravel orchestrale, stavolta: si apre con la Pavane già udita in versione pianistica, si prosegue con il Tombeau de Couperin, che trascritto per orchestra ha due movimenti in meno, e si finisce con il Concerto in sol, capolavoro di aerea levità, punteggiato di schegge di jazz afferrate qua e là. Nel mezzo, il Concierto de Aranjuez di Joaquín Rodrigo, pagina di perenne popolarità grazie al celeberrimo Adagio centrale, ma che merita l’ascolto anche per i due movimenti estremi: un pendant spagnolo a tre pagine di un Ravel, una volta tanto, per niente spagnolo.