Il programma di LacMus si conclude come era iniziato, nel segno del Ravel pianistico. La prima parte è dedicata a pagine in cui la fantasia del compositore insegue immagini mentali ora astratte — come nel piccolo Prélude en la mineur — ora evocatrici di sogni o di entità ineffabili, come nei Miroirs, uno dei vertici della sua produzione. Nella seconda parte invece si ascoltano creazioni ispirate a Ravel dall’impulso fisico della danza, sia pure idealizzata e trasformata in veicolo di introspezione, in mezzo per comunicare stati d’animo fugaci, inafferrabili e cangianti. Le Valses nobles et sentimentales e La Valse sono preceduti dalla celebre Sonatine, percorsa da ritmi ora volutamente arcaici, come il minuetto, ora velatamente folklorici: in particolare quei ricorrenti accenti zoppi, “in cinque”, che alludono allo zortziko dei suoi antenati baschi.