Dopo il Ravel pianistico, ecco quello cameristico, in questo caso imperniato sul Trio per pianoforte, violino e violoncello, un lavoro di ampie proporzioni, specie per un autore dalla scrittura di solito così concisa e densa. La disponibilità di questi tre strumenti permette di far precedere e seguire il Trio da due Sonate, quella per violino e pianoforte e quella per violino e violoncello, che appartengono al periodo finale della produzione raveliana. Esse hanno in comune la presenza di riferimenti al mondo della musica nera americana: da una parte un blues, probabilmente ispirato all’ascolto dell’orchestra di Duke Ellington in occasione della tournée statunitense di Ravel, e dall’altra parte il ritmo del tresillo cubano, che per il compositore doveva costituire il riemergere di un ricordo d’infanzia.